9 Ottobre 2023

Il cambio generazionale in azienda

il 76% delle aziende che passano di padre in figlio CHIUDONO ed è una notizia clamorosa
Il passaggio di un'azienda da un padre ad un figlio spesso può essere complicato
Padre e Figlio, rapporti spesso complicati

Leggevo l’altro giorno questo post bellissimo di Federico Gambarini sul cambio generazionale in azienda e l’altrettanto illuminante Articolo di Mario Bonelli sul suo blog ed, essendo figlio d’arte, figlio di Papà o persona fortunata (a seconda dei punti di vista delle persone che mi circondano), ho elaborato dei miei pensieri sull’argomento, un po’ perché mi sento chiamato in causa ed un po’ perché sull’argomento avrei miliardi di cose da dire.

Provo a riassumerli cercando di non ammorbarvi e scrivendo nella maniera più diretta possibile:

– il 76% delle aziende che passano di padre in figlio CHIUDONO ed è una notizia clamorosa, almeno per me. Siamo tutti degli idioti? Non credo.

Quando un padre decide di dire basta, passa al figlio non solo la grande responsabilità di proseguire l’attività di famiglia, ma anche tutte le risorse dell’azienda, tra cui le persone, i collaboratori stretti.

Qui avviene secondo me il primo passaggio cruciale, da gestire bene: se hai curato i rapporti  con chi lavora nella tua azienda (ascoltando le persone, tenendole in considerazione, non avendo un’ aria di superiorità solo perché sei il figlio di…) , avrai sicuramente un aiuto concreto da parte dei tuoi collaboratori nel far andar avanti la baracca.

Viceversa, se i tuoi rapporti con i ruoli chiave (ma non solo eh) dell’azienda non sono stati  buoni …ho una brutta notizia per te: devi iniziare tutto da capo per acquisire autorevolezza e il rispetto dei dipendenti della ditta. 

– Come ti vedono gli altri: quelli che lavorano in azienda. Per anni ho dovuto combattere, ed ancora capita, con chi voleva “usarmi” per entrare nelle grazie di mio padre o con chi mi riteneva (o ritiene ancora) un’ idiota solo perché semplicemente diplomato Geometra e non Ingegnere con 110 e lode. Oppure con quelli che vogliono dimostrare di saperne più di me.

E’ una cosa normale e direi anche giusta per certi versi. Stava (Sta) a me dimostrare determinate cose. Con alcuni sono riuscito nell’intento di far cambiare idea sul mio conto, altri continuano a pensare che sia idiota ma, a differenza di quando avevo vent’anni, la cosa non mi fa soffrire più, perché ho pensato semplicemente che il preconcetto in loro è così radicato che niente riuscirebbe a fargli cambiare idea.

Insomma, quando ho abbandonato il pensiero di far cambiare idea a tutti in azienda, sono migliorato e mi son sentito bene con me stesso. E lavoro meglio.

– Il povero erede “schiacciato” dal genitore. In fondo ci fa comodo così: un bell’alibi per poter dire a destra ed a manca “io ci provo, ma è mio padre il problema, non mi da spazio”. Io penso che non sia così, credo semplicemente che se non riusciamo a trovare la nostra dimensione in azienda probabilmente non riusciamo a far valere le nostre idee (problema di comunicazione) e, soprattutto, non ispiriamo fiducia nel nostro genitore (mancanza di preparazione).  Insomma, abbiamo un serio problema.

– Rinunciare non ti rende un fallito. Nessuno ti obbliga a continuare una cosa che non sai fare o che magari ti sei ritrovato a fare per diritto divino. E’ da persone intelligenti fare un passo indietro ed ammettere con se stessi di non essere in grado di condurre un’azienda. So che è difficile da accettare, ma forse è il caso, viste le percentuali negative di cui scrivevo sopra, di fare una serena critica a se stessi.

Mettiamo da parte l’orgoglio!

– L’esperienza presso altre realtà aziendali prima del passaggio di consegne, va assolutamente fatta. Aumenta le tue sicurezze  e fa in modo che gli altri non ti vedano più come uno a cui tutto è dovuto, il raccomandato della situazione in pratica. A me questa esperienza manca e devo dire che è stato un grande errore, a cui si può porre rimedio ancora quando hai un padre giovane e tu di conseguenza hai tempo per nuove avventure personali.

Ecco, ho tirato fuori tutto quello che avevo in testa (se vedete delle idee sconnesse è colpa del mio cervello), ora mi piacerebbe sapere da voi cosa ne pensate di questo argomento e, soprattutto, quanti “figli d’arte” si nascondono tra i miei contatti 🙂 

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