È un modo di comunicare i temi relativi alla sicurezza focalizzato di più sull’apprendimento delle singole persone.
Ho avuto modo qualche mese fa di leggere un libro molto interessante, che mi sento di consigliare a chi si occupa attivamente di sicurezza sui luoghi di lavoro:Safety Coaching, scritto da Matteo Fiocco, edito da EPC Editore. Direte voi: cosa ce ne frega di quello che leggi tu nel fine settimana? Vi rispondo subito.
Cos’è il Safety Coaching?
Ve la faccio breve: si tratta di unire i concetti del Coaching a quelli della sicurezza: aiutare individui e/o gruppi di persone a raggiungere il massimo livello delle loro capacità di “performance” nell’ambito della sicurezza nei luoghi di lavoro.
Il Coaching è un processo attraverso il quale un Coach (in questo caso il Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione) aiuta un individuo o un gruppo di lavoro a muoversi da una condizione attuale “A” verso uno stato considerato “B”.
Rischio “cialtroni” in agguato
Ammetto che il rischio di incappare in qualche cialtrone su questi argomenti è molto alto, però le poche letture trovate su questo tema mi hanno portato a fare delle considerazioni forse banali ma che a mio avviso rispecchiano la realtà.
Il Testo Unico per la sicurezza è stato (lo è ancora), un fallimento di proporzioni bibliche, un aumento delle procedure cartacee e della confusione senza precedenti.
Ha creato nei lavoratori la convinzione che la sicurezza sui luoghi di lavoro sia composta solo da aspetti formali da curare. Una volta curati quelli, chi se ne frega della realtà?