Il 10 Ottobre 2023 Filippo Inzaghi è stato chiamato dal Presidente della Salernitana, Danilo Iervolino, a sostituire Paolo Sousa sulla panchina Granata. Fino ad ora la sua carriera da allenatore ha avuto alti e bassi, con una costante: in serie A non è ancora riuscito ad imporsi ed a ottenere dei risultati importanti (3 esoneri collezionati su 3 esperienze in panchina). Nelle serie minori invece è riuscito a vincere il campionato di serie B con il Benevento e quello di serie C con il Venezia.
La sua carriera da allenatore parte di fatto subito dopo aver disputato la sua ultima partita da calciatore professionista. Era il 13 Maggio 2012, e riuscì anche a segnare il gol decisivo del 2-1 contro il Novara a San Siro. Fu un ritiro forzato, stando a quanto affermò Inzaghi nella sua autobiografia: “Allegri non mi voleva più nello spogliatoio e lo disse a Galliani, chiedendo che non mi fosse rinnovato il contratto. Per me fu una mazzata”.
Da quel momento in poi ha dato l’impressione di avere le idee chiare per il suo futuro post calcio giocato: fare l’allenatore.
Milan
Favorito sicuramente dalla voglia del Milan di tenerlo all’interno della società, l’attuale allenatore della Salernitana, accettò prima la panchina degli Allievi del Milan e poi quella della Primavera rossonera. Durante la sua esperienza nelle giovanili, Inzaghi riuscì a portare a casa nel 2014 il suo primo titolo da allenatore, il prestigioso Torneo di Viareggio, uno dei trofei più importanti a livello giovanile.
Il salto verso la prima squadra avvenne quasi con naturalezza e nessuno si meravigliò quando l’allora presidente Silvio Berlusconi decise di puntare su di lui nella stagione 2014/2015. Sostituì proprio l’odiato Massimiliano Allegri che lo aveva costretto al ritiro anticipato.
L’esordio fu un sogno: battuta la Lazio di Stefano Pioli per 3-1 con i gol di Honda (su assist di esterno di El Shaarawy), Muntari e Menez su rigore. Alla seconda giornata invece ci fu la memorabile vittoria contro il Parma al Tardini, un 5-4 clamoroso, divertente ma pieno di errori clamorosi. Tutti la ricordano, oltre che per la sequenza incredibile di reti, anche per il gol del momentaneo 5-3 di Menez.
Purtroppo per Inzaghi, ben presto iniziarono i problemi, vista la mancanza di veri e propri campioni che facessero la differenza. Il talento discontinuo di Menez e la meteora Honda non bastarono ad evitare un campionato sostanzialmente mediocre. Il Milan chiuse infatti al decimo posto e per il secondo anno consecutivo fuori dalle coppe europee. Inzaghi pagò la rosa non all’altezza e la sua incapacità di riuscire a dare un gioco alla squadra: alla fine della stagione fu esonerato ed al suo posto fu assunto Sinisa Mihajlovic.
Venezia
Dopo un anno di stop pieno di sofferenza personale dovuta all’inattività, Inzaghi decise di ripartire da zero e nel 2016 accetta la panchina del Venezia, che quell’anno doveva partecipare al campionato di Lega Pro (Serie C). I due anni in laguna probabilmente sono stati i migliori della carriera di Inzaghi fino ad ora. Il primo anno infatti riuscì a vincere il campionato di Serie C con tre giornate di anticipo (pareggiando in casa con il Fano) e la Coppa Italia di C contro il Matera. Nel secondo anno raggiunse i Play Off di serie B da neo-promossa, venendo eliminato in semi-finale dal Palermo (1-1 in casa e sconfitta per 1-0 a Palermo).
Sia in C che nel successivo campionato di serie B, il Venezia di Inzaghi si distingueva per la capacità di prendere pochi gol (miglior difesa in C e terza miglior difesa in B) ed una particolare capacità di segnare in situazioni di palle inattive. Alternò due moduli, il 4-3-3 in C ed il 3-5-2 in B, dimostrando di non fossilizzarsi con un singolo modulo, ma anche di non avere un tratto caratteristico di gioco riconoscibile come capita con altri allenatori. Altra caratteristica di quel Venezia fu la capacità di segnare gol nelle fasi finali delle partite, dimostrando di saper trasmettere la propria voglia di non mollare mai.
Bologna
Gli ottimi risultati di Venezia aprirono meritatamente ad Inzaghi le porte per una squadra di serie A: il Bologna. La società Felsinea decise di optare per un tecnico che prediligeva l’aspetto difensivo a tutto il resto e così Inzaghi vinse il ballottaggio con Roberto De Zerbi. A rafforzare il concetto Inzaghi dichiarò di prendere a modello una squadra che ha fatto dell’accortezza difensiva le sue fortune: l’Atletico Madrid del Cholo Simeone.
Il Bologna di Inzaghi era una squadra cortissima e schiacciata nella propria metà campo, con difficoltà evidenti a trovare sbocchi in avanti per far ripartire l’azione. Giocava con il modulo 3-5-2 (dopo dei timidi tentativi estivi di impostare una difesa a quattro), aveva una coppia d’attacco ben assortita con Palacio- Santander (che si alternava spesso con Falcinelli) e buoni giocatori come Dzemaili e Poli, che aveva già avuto al Milan. Skorupski, il portiere, lanciava spesso lungo per la spizzata della prima punta ed il baricentro della squadra era solitamente basso.
L’esperienza non fu positiva con solo due vittorie in campionato e l’esonero da parte del presidente Saputo fu inevitabile a Gennaio, nonostante un bella prestazione contro il Napoli a Fuorigrotta.
A sostituirlo, ancora una volta, Sinisa Mihajlovic.
Benevento
Il Benevento è stata l’esperienza più controversa per Inzaghi, ad un passo dalla doppia impresa promozione/salvezza che probabilmente lo avrebbe rilanciato per panchine importanti della serie A.
In B ci fu un dominio totale da parte del Benevento nel campionato 2019/2020: una sola sconfitta in tutto il campionato fino al momento della promozione matematica, la miglior difesa con 27 gol subiti ed una serie di record clamorosi. Anche qui Inzaghi pensa per prima cosa a non prenderle, a curare in maniera maniacale la difesa e a lasciare il pallone agli avversari. Il modulo utilizzato è il 4-3-3.
Il successivo impatto con la serie A fu esaltante, con ben 22 punti nel solo girone d’andata che lasciava pensare ad una salvezza storica. Nel girone di ritorno però l’unica vittoria fu a Torino contro la Juventus che naturalmente non bastò ad evitare la clamorosa retrocessione.
Per Inzaghi fu un’ulteriore occasione mancata in serie A, dopo gli esoneri con Milan e Bologna.
Brescia
Dopo le esperienze negative in A, Inzaghi ha sempre l’umiltà di riprendere dal basso per tentare di rilanciarsi. Infatti dopo la traumatica esperienza di Benevento arriva il momento di confrontarsi con un Presidente non facile: Massimo Cellino. il 9 Giugno del 2021 Inzaghi diventa il nuovo tecnico del Brescia. E la storia con le rondinelle non sta andando male, ormai Inzaghi ha dimostrato di essere sicuramente un allenatore di categoria, sa come si vincono i campionati di B. Ed infatti il Brescia resta costantemente nelle parti alte della classifica, fino a quando il rapporto con Cellino si incrina per alcune incomprensioni legate alla gestione della rosa ed alcuni risultati opachi. Il Presidente lo esonera il 23 Marzo 2022, dopo averci provato già a Febbraio quando era terzo in classifica. La situazione avrà un seguito in tribunale: infatti nel contratto di Inzaghi era presente una clausola che non permetteva l’esonero nel caso fosse stato nelle prime otto in classifica.
Reggina
A Reggio, nella stagione 2022/2023, Super Pippo vive un’esperienza tutto sommato positiva sul campo, ma sgradevole per le vicende societarie della Reggina. Si becca un -5 in campionato per delle irregolarità fiscali della società e questo episodio incide negativamente sul campionato dei Calabresi.
I tifosi della Reggina ricorderanno sicuramente il gol all’ultimo minuto di Luigi Canotto contro L’Ascoli, che permise alla squadra Amaranto di qualificarsi ai Play- Off.
E’ l’ennesima dimostrazione che le squadre di Inzaghi sono come l’Inzaghi calciatore: badano al sodo e non mollano mai. Se possono esserci delle perplessità sul modo di giocare di Inzaghi, nulla si può dire invece sulla carica che riesce a dare ai suoi giocatori, esaltati anche dal fatto di avere a che fare con un’autentica leggenda di questo sport.
Cosa devono aspettarsi a Salerno
Ed è proprio questo che devono aspettarsi a Salerno: una squadra quadrata, che bada a fare l’essenziale, a non prenderle e a dare delle emozioni ai tifosi. Inzaghi ha la sua ennesima possibilità per imporsi nel massimo campionato come allenatore, dopo le tre esperienze negative degli anni scorsi. Per vedere la squadra attuare un bel gioco probabilmente non è la scelta adatta, ma alla Salernitana attuale serve una scossa più emotiva più che tattica.